giovedì 8 settembre 2011

pensieri di prigionia

mio nonno era una grande persona. e non nel senso che fosse alto di statura. credo non arrivasse nemmeno ad 1 metro e 60.
si chiamava berardo, faceva il falegname. aveva il suo laboratorio sotto casa, a s.pietro mussolino, paesino di 1500 anime in provincia di vicenza.
io lo ricordo come una persona che parlava poco, pochissimo.
appassionato di parole crociate. comperava i tascabili di 'relax', perchè avevano la misura giusta per entrare nella tasca della sua giacca. così, ovunque fosse, quando aveva 5 minuti di tempo, tirava fuori librino e penna e si immergeva nei suoi cruciverba. credo di averlo visto fare le parole crociate anche in chiesa, mentre aspettava che iniziasse la messa.
aveva un importante naso aquilino e, da quando lo ricordo io, in bocca gli erano rimasti 5 denti non consecutivi. non ha mai voluto mettere la dentiera. ma anche se aveva pochi denti, portava sempre tra le labbra uno stuzzichino. non ho mai capito a cosa gli servisse...
da giovane faceva il campanaro per la parrocchia. un giorno, non ricordo che età avesse, mentre suonava le campane forse per la messa, si staccò il 'peso dell'orologio del campanile', ruppe tutte le solette e gli cadde in testa.
stette in coma per parecchio tempo (i miei ricordi cominciano a vacillare, e non riesco a definire i tempi), ma poi si riprese. questo incidente lo lasciò con un buco in testa, e mezzo tallone mozzato. e per questi motivi camminava sempre col bastone, e portava il basco.
era anche un pò gobbo. insomma...era bellissimo. vi giuro. sembrava disegnato da un fumettista francese.
e tutti noi gli volevamo un gran bene.
è stata una delle persone più sagge che abbia mai conosciuto. poche parole, ma che ti scuotevano come macigni.
da lui, noi tutti suoi figli e nipoti, abbiamo imparato le cose più importanti.
l'importanza della famiglia, il valore dell'onestà, la assoluta poca importanza dei soldi.
durante la seconda guerra mondiale, mio nonno fu fatto prigioniero e portato in germania, in un campo di lavoro. era già sposato con mia nonna, anita, e avevano una figlia, mia zia agnese, che lui chiamava pupetta.
era difficile farlo parlare di quel periodo. raccontava qualcosa, qualche aneddoto. ma se si provava a farlo andare un pò più nel dettaglio si metteva a piangere e non parlava più.
scrisse molte lettere a mia nonna durante la prigionia. e scrisse una specie di diario, che mi è tornato fra le mani da qualche mese. l'ho letto, e l'ho trovato bellissimo e vero, proprio come era lui.
mi sono messa a trascriverlo, per paura che col tempo potesse andare perso, o diventasse illeggibile.
e sto cercando di trascrivere e riordinare anche le lettere e quant'altro ho trovato, di quel periodo.
l'idea finale sarebbe quella di riuscire a farci un librino.
visto che con questo lavoro ero un pò ferma, mi è venuta l'idea di farci un blog.
vorrei aggiungere qualche pagina di quel diario ogni settimana, senza una scadenza fissa.
è un diario nostro, di famiglia, ma secondo me è anche un pezzo di storia vissuto in prima persona.
credo che quel pezzo di storia sia importante non dimenticarlo, e condividerlo con più persone possibili.
non so a quante persone potrà interessare, e come al solito non mi interessa molto. ma mi sono accorta che i commenti e gli apprezzamenti di chi segue l'altro mio blog, mi spingono ad andare avanti, mi stimolano e mi incoraggiano. quindi, chiunque vorrà commentare o altro, sarà il benvenuto!
forse così riuscirò a portare a termine anche questo lavoro, a condividerlo con chi vorrà, e alla fine a farne quel famoso libricino.

7 commenti:

  1. idea bellissima... non vedo l'ora di leggere le sue lettere!
    Francy

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  2. condivido, davvero una bella idea.
    Niky

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  3. il tuo Nonno la nostra Memoria _ grazie Naza!

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  4. Complimenti. Anche io ho avuto e ho ancora una passione sfrenata per i miei Nonni e mi mancano tanto, tantissimo i loro ricordi, ma fare come stai facendo tu non ci avevo mai pensato. Brava!!!

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